Novelle

Una riflessione Scontata.

Stavolta non ho scuse: è successo davvero. L’ho detto.

"Non ci pensare proprio!".

Un secondo dopo, ho sorriso amaramente e mi son detto

"Pezzo di merda".

Eppure stamattina quando mi son svegliato, mi sono sentito buono e carico di santi propositi. Con un pigiama addosso, tutti sono capaci a sentirsi migliori, questo è anche vero. Sognatori, per meglio dire. Ho lasciato i tripudi notturni in fondo al letto, ho impacchettato per bene i sogni e accanto ci ho messo un paio di sorrisi, così tanto per non disperderli e sapere dove trovarli stanotte. Poi dritto al lavoro.

Tutto nella norma, tutto in regola e di ‘sti tempi, c’è sempre da aggiungere "Per fortuna!" , perché è un diritto del lavoratore santificare il giorno ben sudato ed elemosinato, perché comunque pagato. Devi ringraziare sempre e chinare il capo, possibilmente sorridendo. Senza badare al trattamento, perché sono stupidaggini: lasciamo gli spiccioli e le minuzie a qualcun altro, noi ci accontentiamo … e mezzo.

Il sole del mattino fa un giro largo, oltrepassa la metà del cielo e dunque, col rossore sulla faccia dice "Anche oggi è finita". I pensieri si accalcano allo sportello delle Priorità, ciascuno sventolando un numeretto che non indica il turno bensì l’esigenza, giacché in quelle otto-dieci ore di lavoro, hai letteralmente staccato il cervello delle tue Necessità e ti sei dedicato a quelle del tuo capo.  

Tutto nella norma, tutto in regola e di ‘sti tempi, c’è sempre da aggiungere "Per fortuna!". Qualche volta anche "E così sia".

Priorità numero uno: Stasera che mangio. Da quando l’austerity ha esposto il vessillo di guerra, la Priorità Stasera che faccio è passata in second’ordine. La sera non puoi far nulla se non mangiare, cibarti, saziarti, ingozzarti e incrostarti le viscere in quella benedetta casa che dividi con la Banca, perché quella filiale che ti ha concesso il mutuo, tiene alla tua salute ed ti è sempre accanto. Anzi, è nella testa. Come un pensiero fisso. L’amante che non puoi lasciare. Ma va bene così, perché

… tutto nella norma, tutto in regola e di ‘sti tempi, c’è sempre da aggiungere "Per fortuna!".

Staccando di mano il biglietto alla Priorità numero uno, ti esponi agli acquisti e porti a spasso la Priorità nell’iper più vicino. Anzi, no: nell’iper più conveniente, perché hai già visto quel catalogo di prodotti in offerta, sottocosto, schiacciacrisi, superscontati che ti devasteranno lo stomaco per le prossime settimane. Parcheggi, afferri il carrello e parti. Strabuzzi gli occhi nel vedere quanta gente ci sia, si accalca, sorpassa senza ritegno e infine agguanta quasi fosse un premio il prodotto in offerta, sottocosto, schiacciacrisi, superscontato. Il tuo carrello invece è ancora vuoto, ci fai un po’ di spazio spostando le intenzioni di acquisto da una parte per poi, finalmente, buttarti nella mischia.

A me capita questo: tra quello che prendo e quello che lascio, non c’è mai parità. Quando passo io, pare che gli scaffali si arricchiscano ogni volta di più, o forse sono soltanto i miei desideri che s’infilano tra i prodotti che vorrei acquistare ma alla fine, tornano per necessità al loro posto. Giungo alla cassa-veloce con tre, quattro cose. Le solite cose che consumerò per metà, per poi lasciarle marcire nel frigorifero o nella dispensa. Ma va tutto bene,

è tutto nella norma, tutto in regola e di ‘sti tempi, c’è sempre da aggiungere "Per fortuna!".

Strappo il mio scontrino senza guardarlo, magari qualche volta ci infileranno una serie fortunata di numeri da giocare, ma io sarò distratto a contare i miei spiccioli.

"Cercavo giusto te! Lo sai che hanno messo una tassa per tutti quelli che non sorridono?!"

Ecco, mi sveglio un istante e non capisco perché tocchi a me una punizione così severa. Qui, infatti, muore l’essere umano. Qui l’uomo, si trasforma in Pezzo di merda. Io l’ho fatto. Lo sono stato.

"Non ci pensare proprio!".

E lei ha continuato a sorridere, è il suo lavoro.

Passo oltre in dribbling e mi lascio il suo sorriso alle spalle, le sue invece mostrano una scritta.

Telethon.

"Qualcuno dovrà pur pensare al futuro" dice la signora voltandosi.

E’ qui che

nulla è nella norma, niente in regola e di ‘sti tempi cosa cazzo siamo diventati?

Ognuno creda quel che vuole, ma in un caso o nell’altro, sarà comunque una riflessione Scontata. A prezzo pieno, vendono solo le amarezze.

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