Rassegna stampa

Il blog di “Eroica Fenice” ha letto e recensito “Nessuno ti chiama per nome”

“…La bicicletta, oggetto del desiderio nei primi capitoli del romanzo, emblema della condivisione con i propri coetanei e della desiderata e difficilissima accettazione nel gruppo, così fondamentale per ogni adolescente, richiamata alla mente dall’immaginazione e divenuta poi pretesto per recarsi ogni giorno in caserma e avere l’opportunità di disegnare i tratti così particolari dell’appuntato Carbone e cercare di scorgere l’uomo dietro l’appuntato, diventerà poi, lasciato il mondo delle idee per incarnarsi nel reale, il mezzo per la libertà, ciò che permetterà a Carmine di estendere il suo raggio d’azione per operare all’interno della società: ritrovare Sashi, anche se non toccherebbe a lui farlo, anche se della sua scomparsa non importa a nessuno.
Nel Carmine di Tommaso Occhiogrosso riecheggiano grandi figure della letteratura, riferimenti espliciti o chiaramente allusi nel testo: l’Arturo di Elsa Morante e il Cosimo di Calvino nel Barone rampante, che dall’alto del suo albero, lontano ed escluso dalla società dei suoi simili, ma avvantaggiato da una straordinaria ampiezza di vedute dovuta alla sua posizione solo apparentemente marginale, osserva, comprende, e fa del suo meglio per essere utile a coloro che, vivendo sulla terra, non ne condividono la prospettiva.

Nessuno ti chiama per nome è uno splendido romanzo di formazione, godibile ad ogni età, che si avvale della tradizione letteraria meridionale, nella lingua e nello stile, e dei grandi modelli della letteratura per ragazzi, che racconta passaggio tra l’infanzia e l’età adulta con realismo, sensibilità e delicatezza, e che è insieme elogio della diversità e superamento delle differenze, volto a costruire ponti dove ci sono barriere.

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